La comunicazione delle scuole al tempo del Coronavirus

Il Coronavirus sta dimostrando alle aziende che si può fare Smart working. E alle scuole cosa insegna?

Con la diffusione del Coronavirus stiamo vivendo un momento storico che non avremmo mai immaginato. 

Ansia, incertezze, paura coinvolgono inevitabilmente anche il mondo della scuola e i suoi interlocutori principali: gli alunni e le famiglie.

Siamo ancora dentro la tempesta ma guardando cosa stanno facendo le scuole in questo momento ho cercato di mettere giù alcuni punti che potrebbero essere utili per i momenti di crisi ma non solo.

1. Nei momenti critici è importante che il messaggio della scuola sia corretto, chiaro, coerente, efficace.

Con il rapido evolversi della situazione le chat di mamme sono andate in tilt … audio di improbabili “fonti autorevoli”, link a news di vario genere, spesso contrastanti. In questi momenti i “canali social” non bastano; i genitori attendono la voce ufficiale della scuola. Devono poter accedere ad informazioni esatte, magari supportate da riferimenti a fonti ufficiali per non generare infodemia* (link ai siti delle autorità o pdf dei decreti), reperibili facilmente e velocemente attraverso i canali ufficiali di comunicazione abituale tra scuola e famiglia.Inutile anche pubblicare continui aggiornamenti o condividere diverse voci e pareri.

Il messaggio può essere diffuso dai social, ma questi non possono essere l’unico canale di comunicazione con le famiglie; non tutti li utilizzano o sono collegati ai profili della scuola.

2. La comunicazione scuola-famiglia va oltre l’indicazione operativa: il dialogo con la community.

La scuola è un luogo di relazione e crescita, per questo nei momenti di crisi la sua voce è importante. Un preside ha inviato una mail ai suoi studenti, un rettore ha mandato un video messaggio, un professore ha scritto un racconto di fantascienza su un virus nel 2030, una direttrice ha inventato una storia per spiegare ai bambini il virus e vincere la paura.
I siti e i profili social delle scuole hanno veicolato questi messaggi e tanti, provocati, hanno reagito: genitori e studenti hanno risposto con commenti, foto, lettere e testimonianze… e anche i docenti hanno espresso e condiviso il loro giudizio sul loro ruolo in questo momento.

Il Sito e poi i social diventano quindi canali privilegiati per mostrare la propria presenza, costruire un dialogo e un confronto sulla circostanza che si sta vivendo e, di conseguenza, far emergere la missione della scuola, i valori, l’identità.

Se interessante e pertinente il dialogo rapidamente si allargherà dalla community degli utenti della scuola all’esterno, portando benefici a livello di “brand awareness” e notorietà. 

3. Gli strumenti di comunicazione sono mezzi per raggiungere obiettivi. Occorre scegliere lo strumento più adatto a esigenze e risorse di ciascuno.

Nella prima fase di emergenza abbiamo visto le scuole dotarsi (chi più velocemente, chi meno) di strumenti per consentire una comunicazione one to many, prevalentemente asincrona.

Molte scuole hanno condiviso compiti e lezioni grazie a strumenti che vanno dalle email alle cartelle condivise in Google Drive, Dropbox, o attraverso le diverse piattaforme come Microsoft Sharepoint e Google Docs.

I prof hanno condiviso video lezioni registrate, le maestre hanno preparato video e audio delle letture che di solito fanno in classe.

Ma le potenzialità degli strumenti di comunicazione digitale sono sicuramente maggiori e sono tutte da esplorare per rispondere ad un’evidenza che in questa prima fase di emergenza è stata evidente per docenti e alunni: anche una video-lezione registrata può essere sufficiente a insegnare (a “lasciare il segno” nei ragazzi).

Da luogo dove condividere le risorse si va quindi verso l’uso di strumenti che permettano una relazione diretta.

Ecco quindi che i professori con grande creatività e superando pregiudizi e barriere psicologiche sulla propria capacità hanno iniziato a sperimentare strumenti come Skype, Zoom, Microsoft Teams, Google Hangouts Meet, Weschool di TIM, e altre. Tutte piattaforme utilizzate fino ad ora quasi esclusivamente dalle aziende ma con un grande potenziale anche per la didattica perché permettono un livello di interazione maggiore da parte dell’alunno.

Ogni scuola deve saper scegliere il proprio strumento in base alle risorse (economiche e di competenze), alle proprie esigenze e all’utenza con cui ha a che fare ma quello che questo periodo di chiusura delle scuole ci sta dimostrando è che se c’è un obiettivo chiaro e motivazioni valide lo strumento giusto si trova sempre! 

In questo periodo di crisi il Governo mette a disposizione strumenti gratuiti per le scuole grazie alla collaborazione con le aziende.

Nei siti del MIUR e dell’Agenzia per l’Italia digitale potete trovare i link per iniziare ad utilizzare diverse piattaforme per le classi digitali.

https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html

https://solidarietadigitale.agid.gov.it

La scuola resterà chiusa ancora per un po’ … la riflessione avrà sicuramente degli sviluppi!

Comments are closed.